«S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore di là dal modo che 'n terra si vede, sì che del viso tuo vinco il valore, non ti maravigliar; ché ciò procede da perfetto veder, che, come apprende, così nel bene appreso move il piede. Io veggio ben sì come già resplende ne l'intelletto tuo l'etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s'altra cosa vostro amor seduce, non è se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce. Tu vuo' saper se con altro servigio, per manco voto, si può render tanto che l'anima sicuri di letigio». Sì cominciò Beatrice questo canto; e sì com'uom che suo parlar non spezza, continuò così 'l processo santo: «Lo maggior don che Dio per sua larghezza fesse creando, e a la sua bontate più conformato, e quel ch'e' più apprezza, fu de la volontà la libertate; di che le creature intelligenti, e tutte e sole, fuoro e son dotate. Or ti parrà, se tu quinci argomenti, l'alto valor del voto, s'è sì fatto che Dio consenta quando tu consenti; ché, nel fermar tra Dio e l'uomo il patto, vittima fassi di questo tesoro, tal quale io dico; e fassi col suo atto. Dunque che render puossi per ristoro? Se credi bene usar quel c'hai offerto, di maltolletto vuo' far buon lavoro. Tu se' omai del maggior punto certo; ma perché Santa Chiesa in ciò dispensa, che par contra lo ver ch'i' t'ho scoverto, convienti ancor sedere un poco a mensa, però che 'l cibo rigido c'hai preso, richiede ancora aiuto a tua dispensa. Apri la mente a quel ch'io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso. Due cose si convegnono a l'essenza di questo sacrificio: l'una è quella di che si fa; l'altr'è la convenenza. Quest'ultima già mai non si cancella se non servata; e intorno di lei sì preciso di sopra si favella: però necessitato fu a li Ebrei pur l'offerere, ancor ch'alcuna offerta sì permutasse, come saver dei. L'altra, che per materia t'è aperta, puote ben esser tal, che non si falla se con altra materia si converta. Ma non trasmuti carco a la sua spalla per suo arbitrio alcun, sanza la volta e de la chiave bianca e de la gialla; e ogne permutanza credi stolta, se la cosa dimessa in la sorpresa come 'l quattro nel sei non è raccolta. Però qualunque cosa tanto pesa per suo valor che tragga ogne bilancia, sodisfar non si può con altra spesa. Non prendan li mortali il voto a ciancia; siate fedeli, e a ciò far non bieci, come Ieptè a la sua prima mancia; cui più si convenia dicer 'Mal feci', che, servando, far peggio; e così stolto ritrovar puoi il gran duca de' Greci, onde pianse Efigènia il suo bel volto, e fé pianger di sé i folli e i savi ch'udir parlar di così fatto cólto. Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: non siate come penna ad ogne vento, e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. Avete il novo e 'l vecchio Testamento, e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; questo vi basti a vostro salvamento. Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida! Non fate com'agnel che lascia il latte de la sua madre, e semplice e lascivo seco medesmo a suo piacer combatte!». Così Beatrice a me com'io scrivo; poi si rivolse tutta disiante a quella parte ove 'l mondo è più vivo. Lo suo tacere e 'l trasmutar sembiante puoser silenzio al mio cupido ingegno, che già nuove questioni avea davante; e sì come saetta che nel segno percuote pria che sia la corda queta, così corremmo nel secondo regno. Quivi la donna mia vid'io sì lieta, come nel lume di quel ciel si mise, che più lucente se ne fé 'l pianeta. E se la stella si cambiò e rise, qual mi fec'io che pur da mia natura trasmutabile son per tutte guise! Come 'n peschiera ch'è tranquilla e pura traggonsi i pesci a ciò che vien di fori per modo che lo stimin lor pastura, sì vid'io ben più di mille splendori trarsi ver' noi, e in ciascun s'udìa: «Ecco chi crescerà li nostri amori». E sì come ciascuno a noi venìa, vedeasi l'ombra piena di letizia nel folgór chiaro che di lei uscia. Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia non procedesse, come tu avresti di più savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m'era in disio d'udir lor condizioni, sì come a li occhi mi fur manifesti. «O bene nato a cui veder li troni del triunfo etternal concede grazia prima che la milizia s'abbandoni, del lume che per tutto il ciel si spazia noi semo accesi; e però, se disii di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia». Così da un di quelli spirti pii detto mi fu; e da Beatrice: «Dì, dì sicuramente, e credi come a dii». «Io veggio ben sì come tu t'annidi nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, perch'e' corusca sì come tu ridi; ma non so chi tu se', né perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a' mortai con altrui raggi». Questo diss'io diritto alla lumera che pria m'avea parlato; ond'ella fessi lucente più assai di quel ch'ell'era. Sì come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come 'l caldo ha róse le temperanze d'i vapori spessi, per più letizia sì mi si nascose dentro al suo raggio la figura santa; e così chiusa chiusa mi rispuose nel modo che 'l seguente canto canta. 1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 34 37 40 43 46 49 52 55 58 61 64 67 70 73 76 79 82 85 88 91 94 97 100 103 106 109 112 115 118 121 124 127 130 133 136 139 “If in the heat of love I flame upon thee Beyond the measure that on earth is seen, So that the valour of thine eyes I vanquish, Marvel thou not thereat; for this proceeds From perfect sight, which as it apprehends To the good apprehended moves its feet. Well I perceive how is already shining Into thine intellect the eternal light, That only seen enkindles always love; And if some other thing your love seduce, 'Tis nothing but a vestige of the same, Ill understood, which there is shining through. Thou fain wouldst know if with another service For broken vow can such return be made As to secure the soul from further claim”. This Canto thus did Beatrice begin; And, as a man who breaks not off his speech, Continued thus her holy argument: “The greatest gift that in his largess God Creating made, and unto his own goodness Nearest conformed, and that which he doth prize Most highly, is the freedom of the will, Wherewith the creatures of intelligence Both all and only were and are endowed. Now wilt thou see, if thence thou reasonest, The high worth of a vow, if it he made So that when thou consentest God consents: For, closing between God and man the compact, A sacrifice is of this treasure made, Such as I say, and made by its own act. What can be rendered then as compensation? Think'st thou to make good use of what thou'st offered, With gains ill gotten thou wouldst do good deed. Now art thou certain of the greater point; But because Holy Church in this dispenses, Which seems against the truth which I have shown thee, Behoves thee still to sit awhile at table, Because the solid food which thou hast taken Requireth further aid for thy digestion. Open thy mind to that which I reveal, And fix it there within; for 'tis not knowledge, The having heard without retaining it. In the essence of this sacrifice two things Convene together; and the one is that Of which 'tis made, the other is the agreement. This last for evermore is cancelled not Unless complied with, and concerning this With such precision has above been spoken. Therefore it was enjoined upon the Hebrews To offer still, though sometimes what was offered Might be commuted, as thou ought'st to know. The other, which is known to thee as matter, May well indeed be such that one errs not If it for other matter be exchanged. But let none shift the burden on his shoulder At his arbitrament, without the turning Both of the white and of the yellow key; And every permutation deem as foolish, If in the substitute the thing relinquished, As the four is in six, be not contained. Therefore whatever thing has so great weight In value that it drags down every balance, Cannot be satisfied with other spending. Let mortals never take a vow in jest; Be faithful and not blind in doing that, As Jephthah was in his first offering, Whom more beseemed to say, 'I have done wrong, Than to do worse by keeping; and as foolish Thou the great leader of the Greeks wilt find, Whence wept Iphigenia her fair face, And made for her both wise and simple weep, Who heard such kind of worship spoken of.' Christians, be ye more serious in your movements; Be ye not like a feather at each wind, And think not every water washes you. Ye have the Old and the New Testament, And the Pastor of the Church who guideth you Let this suffice you unto your salvation. If evil appetite cry aught else to you, Be ye as men, and not as silly sheep, So that the Jew among you may not mock you. Be ye not as the lamb that doth abandon Its mother's milk, and frolicsome and simple Combats at its own pleasure with itself”. Thus Beatrice to me even as I write it; Then all desireful turned herself again To that part where the world is most alive. Her silence and her change of countenance Silence imposed upon my eager mind, That had already in advance new questions; And as an arrow that upon the mark Strikes ere the bowstring quiet hath become, So did we speed into the second realm. My Lady there so joyful I beheld, As into the brightness of that heaven she entered, More luminous thereat the planet grew; And if the star itself was changed and smiled, What became I, who by my nature am Exceeding mutable in every guise! As, in a fish-pond which is pure and tranquil, The fishes draw to that which from without Comes in such fashion that their food they deem it; So I beheld more than a thousand splendours Drawing towards us, and in each was heard: “Lo, this is she who shall increase our love”. And as each one was coming unto us, Full of beatitude the shade was seen, By the effulgence clear that issued from it. Think, Reader, if what here is just beginning No farther should proceed, how thou wouldst have An agonizing need of knowing more; And of thyself thou'lt see how I from these Was in desire of hearing their conditions, As they unto mine eyes were manifest. “O thou well-born, unto whom Grace concedes To see the thrones of the eternal triumph, Or ever yet the warfare be abandoned With light that through the whole of heaven is spread Kindled are we, and hence if thou desirest To know of us, at thine own pleasure sate thee”. Thus by some one among those holy spirits Was spoken, and by Beatrice: “Speak, speak Securely, and believe them even as Gods”. “Well I perceive how thou dost nest thyself In thine own light, and drawest it from thine eyes, Because they coruscate when thou dost smile, But know not who thou art, nor why thou hast, Spirit august, thy station in the sphere That veils itself to men in alien rays”. This said I in direction of the light Which first had spoken to me; whence it became By far more lucent than it was before. Even as the sun, that doth conceal himself By too much light, when heat has worn away The tempering influence of the vapours dense, By greater rapture thus concealed itself In its own radiance the figure saintly, And thus close, close enfolded answered me In fashion as the following Canto sings. Canto V
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