Museo Archeologico Nazionale di Taranto
Il museo possiede una delle collezioni archeologiche più importanti d'Europa, con reperti che ripercorrono la storia degli insediamenti locali fin dal Paleolitico.
Di epoca preistorica sono strumenti in pietra e statuine femminili in osso, provenienti dalle grotte del Gargano e del Salento, che sono considerate fra le più significative testimonianze della presenza umana sul territorio italico.
Del Neolitico sono le prime testimonianze di vasellame ceramico dipinto con motivi geometrici, antropomorfi e zoomorfi (V-IV millennio a.C.).
La sezione tarantina offre una ricca statuaria, a cominciare dagli splendidi esemplari di epoca arcaica della kore marmorea da Montegranaro e del magnifico Zeus bronzeo di Ugento.
Dei secc. V e IV a.C. sono diverse teste di divinità in marmo e in calcare, con interessanti esempi delle scuole di Lisippo e Prassitele.
Ellenistica anche la metopa con altorilievo in calcare raffigurante un probabile Alessandro Magno a cavallo su un guerriero soccombente.
Di grande importanza il nucleo di ceramiche, provenienti soprattutto dagli scavi della necropoli tarantina, che presenta vasellame protocorinzio, del sec. VII a.C., e successive ceramiche attiche a figure nere, del sec. VI a.C.; quindi gli stupendi vasi apuli delle officine locali di età classica, a volte raffiguranti personaggi farseschi.
Di epoca ellenistica sono poi le inconfondibili ceramiche in stile di Gnathia (vernice nera e figure chiare con colori di diversa gradazione, dal rosso al giallo); seguono, infine, le ceramiche aretine in rosso corallino di età romana.
Famosa la collezione di oreficerie, con i preziosissimi ori della Peucezia, da Ruvo di Puglia, del sec. VI a.C., e i prodotti tarantini del sec. IV a.C., con anelli ed orecchini di elaborata fattura, nonché il celebre schiaccianoci bronzeo a due avambracci mobili, provenienti dagli scavi delle ricche necropoli cittadine.
Di grande pregio anche le corone funebri e i diademi aurei dei secc. III-II a.C., con il corredo funerario rinvenuto presso la tomba degli Ori di Canosa, comprendente anche uno scettro in lamina d'oro, una teca di specchio e due portagioie.
Di notevole interesse anche i reperti della cosiddetta "Tomba dell'Atleta", in cui sono stati rinvenuti i resti di un "pentatleta" del sec. V a.C., in discreto stato di conservazione, sepolto entro un sarcofago monumentale con le sue "anfore panatenaiche" (trofei raffiguranti le vittorie dell'uomo ai celebri agoni greci).