Galleria Borghese a Roma
La Villa Pinciana, destinata alla Galleria, fu voluta dal cardinale Scipione Borghese, nipote del Papa Paolo V, e realizzata in splendide forme dall'architetto Flaminio Ponzio all'inizio del XVII secolo.
L'intenzione era di farne un luogo d'arte, musica, studio e cultura, ed in particolare per l'esposizione di oggetti ed esemplari non solo d'arte antica e moderna, di cui il cardinale era appassionato collezionista, ma anche della natura, con rare piante, animali e fossili, e perfino della tecnologia contemporanea, con varie invenzioni, ingranaggi ed orologi.
Molte opere furono fatte assegnare al "cardinal nepote" dal papa, anche attraverso confische e perfino trafugamenti, come nel caso della famosa "Deposizione" di Raffaello, originariamente nella chiesa di S. Francesco a Perugia.
Nel 1807 Camillo Borghese intaccò la collezione vendendo a Napoleone una gran quantità di oggetti, che costituiscono oggi il fondo Borghese del Louvre.
Successivamente, tuttavia, le gravi lacune saranno colmate con nuovi materiali provenienti da recenti scavi archeologici e da ulteriori opere recuperate da altre dimore gentilizie.
Nel 1827 inoltre, fu acquistata a Parigi la celebre Danae del Correggio.
Oggi la Galleria conserva sculture, bassorilievi e mosaici antichi, nonché una straordinaria raccolta di dipinti e sculture dal XV al XVIII secolo.
La collezione vanta capolavori di Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Pinturicchio, Botticelli, Raffaello, Tiziano, Correggio, Caravaggio, Lotto, Rubens, nonché alcune celebri sculture di Gian Lorenzo Bernini, tra cui lo stupefacente gruppo dell'Apollo e Dafne, e di Antonio Canova, con il famoso ritratto di Paolina Bonaparte Borghese, eseguito tra il 1805 e il 1808.