Basilica di San Vitale a Ravenna
Sorta sul luogo in cui, secondo la tradizione, sarebbe stato martirizzato San Vitale, la basilica venne consacrata nel 547 circa, sotto l'imperatore Giustiniano.
La pianta centrale ottagonale interpreta in modo originale i modelli preesistenti di grandi edifici paleocristiani, ed in particolare la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli.
Il corpo più esterno, a due ordini, racchiude una torre ottagonale (tiburio) più alta.
Due torri munite di scale, per l'accesso ai matronei, sovrastano il nartece all'ingresso, che non è in asse con l'abside della basilica, al fine di creare un effetto di disorientamento nel fedele entrante.
La struttura esterna è in mattoni a vista, in contrasto con l'opulenza delle decorazioni interne, a simboleggiare la povertà esteriore terrena e la ricchezza del mondo spirituale.
L'interno è caratterizzato da un grande ambiente centrale coperto da una cupola emisferica, sorretta da giganteschi pilastri a ventaglio tramite otto grandi arcate, una delle quali aperta verso il presbiterio, mentre le altre sette formano grandi esedre, divise in due ordini di archetti su colonne.
All'ordine superiore corrisponde il matroneo, all'ordine inferiore l'ambulacro ottagonale, che gira tutto intorno e si interrompe in corrispondenza del presbiterio.
La meravigliosa decorazione musiva degli ambienti, che ricopriva originariamente tutte le superfici, crea un effetto di dilatazione e indefinitezza dello spazio, riempiendo la vista di una luce aurea e rarefatta, con un'impressione di straordinaria magnificenza.
Il punto focale è situato sul fronte dello spettacolare presbiterio, dove due angeli tengono la croce, similmente alla volta, dove quattro angeli sorreggono un medaglione con l'Agnello sacrificale su fondo azzurro con fiori stilizzati.
Nella calotta dell'abside, Cristo porge la corona del martirio a San Vitale, mentre un angelo offre simbolicamente la chiesa a Sant'Ecclesio Vescovo.
Ai lati dell'altare si trovano i celebri pannelli che ritraggono l'Imperatore Giustiniano e la moglie Teodora, circondati dalle rispettive corti in tutto il loro sfarzo, presente il vescovo Massimiano, all'ideale cerimonia di consacrazione della basilica.